La presenza di giovani desiderosi di seguire le orme del Taumaturgo paolano diede il via alla formazione di una Congregazione eremitica che con il passare del tempo si trasformò in ordine cenobitico, l’ultimo grande Ordine medievale riconosciuto dalla Chiesa definitivamente nel 1506 con l’approvazione della quarta redazione della regola per i frati.
Il carisma dei frati minimi ruota attorno alla penitenza evangelica e al quarto voto di vita quaresimale (oltre a quelli di povertà, castità e ubbidienza), l’elemento di originalità che san Francesco volle e difese strenuamente come caratteristica fondante del suo Ordine.
Il frate Minimo è chiamato a pregare, a digiunare e a compiere opere di carità per giungere alla completa conversione della mente, del cuore e della vita a Dio, con una attenzione particolare alle necessità dei fratelli.
Sul finire del XV secolo, prese origine il ramo femminile dell’Ordine dei Minimi, o Secondo Ordine, composto da claustrali contemplative. Cronologicamente, nasce per ultimo, poiché formalmente compare soltanto nella stesura della Regola approvata nel 1506.
La storia delle Claustrali è strettamente legata alla figura di Pedro de Lucena, ambasciatore spagnolo in Francia, che san Francesco aveva conosciuto a Tours. Indubbiamente tra i due vi è un legame spirituale molto profondo, tant’è che i primi frati minimi arrivano in Spagna proprio perché il de Lucena aveva confidato al Frate paolano che la sua terra correva seri pericoli per via della guerra contro i Mori. Sempre l’ambasciatore, aveva una figlia e una nipote – Maria e Francesca de Lucena – che vivevano ad Andùjar, nel Regno di Castiglia, che sono considerate le fondatrici del Secondo Ordine. Queste, insieme ad altre donne, avevano deciso di condurre una vita ritirata per dedicarsi completamente ad un cammino ascetico. Inizialmente chiesero soltanto una benedizione e un incoraggiamento a san Francesco di Paola affinchè fossero confermate nella loro intenzione di dedicarsi totalmente all’orazione. Il Frate inviò loro una lettera, esortando le “devote figliole” a curare la loro vita interiore e dando loro il mandato di pregare per la pace.
Queste donne, che si proponevano di consacrarsi pienamente al Signore, erano legate alla comunità dei Minimi di Andújar probabilmente come terziarie. Dal 1495 in poi, queste sorelle accettarono di osservare la regola dei frati o quella del terz’ordine, ma nel 1503 inviarono una lettera al Fondatore per chiedere una regola propria, adatta alla condizione femminile di claustrale. Studi approfonditi hanno evidenziato come sia altamente possibile che san Francesco nel 1503 avesse dato loro una regola, anche se tale documento pare sia andato disperso.
Formalmente il ramo femminile si aggiunse all’Ordine nel 1506.
La regola per le claustrali è sostanzialmente molto simile a quella dei frati e prevede il rispetto dei quattro voti (castità, povertà, ubbidienza e vita quaresimale). Il carisma proprio delle monache, in più, prevede la “pura e continua orazione”.
La straordinarietà della vita ascetica condotta da Francesco di Paola non lasciò indifferenti neanche i laici. Molti sostenevano il buon Frate attraverso donazioni, mentre altri, pur rimanendo secolari, volevano condividerne la proposta ascetica.
La nascita del ramo secolare dell’ordine dei Minimi è di difficile datazione. L’unico dato certo che abbiamo è che nel 1501 san Francesco chiese e ottenne che la regola precedentemente scritta per i soli frati fosse arricchita da una serie di “norme di vita” rivolte ai laici che desideravano vivere il carisma penitenziale anche in un ambiente familiare o lavorativo.