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La zona dei miracoli

La cosiddetta “zona dei miracoli” si trova tra la vecchia e la nuova chiesa. Costeggiando dall’esterno la navata secondaria della basilica e dirigendosi verso l’ingresso della nuova aula liturgica si scorge sulla sinistra una stradina sormontata da una caratteristica fila di arcate in laterizi. Quest’area conserva un gran numero di testimonianze dei prodigi compiuti da san Francesco di Paola.

 

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LA FORNACE

Antica calcara utilizzata dal Santo per la costruzione del convento.

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LA BOMBA

Bomba inesplosa durante la seconda guerra mondiale per intercessione del Santo

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LA FONTE DELLA CUCCHIARELLA

Sorgente d’acqua sgorgata miracolosamente al tocco del Santo

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IL PONTE DEL DIAVOLO

Ponte che consente di oltrepassare il torrente Isca. Parte dalla fonte della Cuchiarella e arriva fino alla Grotta della Penitenza

 

LA FORNACELa fornace
All'ingresso della "zona dei miracoli", si trova il primo ricordo dei prodigi compiuti da San Francesco. Si tratta della fornace dove si cuoceva la calce da utilizzare per la costruzione della Chiesa e del Convento. Questa fornace è particolarmente nota perché il Santo in essa operò due miracoli molto cari ai devoti.
Mentre fervevano i lavori, gli operai segnalarono a frate Francesco che la fornace stava cedendo; il Santo, rimasto solo, vi entrò, lo riparò con le mani e fu visto uscirne illeso.
Il secondo prodigio avvenne quando Francesco richiamò a vita l'agnellino "Martinello", che gli operai avevano divorato, gettandone le ossa tra le fiamme della fornace.
La fornace ha anche un alto valore spirituale poiché il fuoco, nel linguaggio proprio di Francesco, rappresenta la forza dell’amore e della persuasione.
A seguito di recenti lavori di ristrutturazione, terminati nel 2016, è ora possibile anche accedere anche all’interno della fornace.

 

 BK1I1819La Bomba
Al termine degli archi che collegano l'antica costruzione conventuale con quella della nuova Aula Liturgica, in un piccolo incavo del muro, si trova il bossolo di una "Bomba" caduta nel letto del torrente Isca durante i bombardamenti del 1943 e rimasta miracolosamente inesplosa. Le operazioni di disinnesco testimoniarono il perfetto stato dell'ordigno.

 

 

cucchiarellacuccLa fonte della Cucchiarella
Proseguendo nella "zona dei miracoli" si rinviene l'edicola della Cucchiarella. E’ una sorgente d’acqua – così recita l’iscrizione – “che il Santo fece sgorgare con il tocco del suo bastone e in cui risuscitò la trota Antonella”. Al di là della storia, la Cucchiarella rappresenta uno di quei prodigi perenni che si possono ammirare a Paola: l’acqua mantiene sempre lo stesso livello. I Francesi, nel 1806, tentarono di prosciugarla, ma dovettero constatare come nella stessa giornata l’acqua fosse rientrata esattamente allo stesso livello di prima.
I pellegrini che giungono per contemplare i luoghi del Santo sostano immancabilmente davanti alla Cucchiarella, si piegano per terra, prendono un mestolo – sempre lo stesso, utilizzato da tutti indistintamente – e bevono, con fede, chiedendo grazie.

 

IMG 4180Il Ponte del diavolo
Dalla fonte della Cucchiarella, attraverso uno stretto viottolo, si arriva al "Ponte del Diavolo". Secondo la leggenda, Francesco ordinò al demonio di costruire questo ponte. In compenso il diavolo chiese di potersi appropriare dell’anima del primo passante che lo avrebbe attraversato. A quel punto, Francesco fece in modo che passasse un cane e il diavolo, sentitosi beffato, acceso d’ira tirò un calcio al parapetto di sinistra (lasciando un buco) facendosi leva con la mano sulla parete a destra, sulla quale rimase l’impronta.

 

 
grottapenitenzaLa Grotta della Penitenza

Percorso tutto il Ponte del Diavolo, girando tutto a destra, si giunge ad un luogo particolarmente suggestivo, poiché tutta la storia del Santo e del Convento comincia proprio lì: la Grotta della Penitenza. Francesco era ancora adolescente, quando, con ferma determinazione, si ritirò in questo luogo per vivere da eremita.Immerso nella natura, condusse un’ascetica vita solitaria per circa cinque anni.

 

 

pietremiracoloLe Pietre del Miracolo
Nel pendio sottostante il piazzale dell'obelisco, si trovano le "Pietre del Miracolo". Si tratta di due grossi macigni che stavano precipitando a valle mentre degli operai lavoravano alla costruzione della chiesa. Appena visto il pericolo, il Santo si rivolse alle pietre gridando: "Per carità, fermatevi!". Ancora oggi, le pietre, sfidando la legge di gravità, rimangono in bilico, nonostante il baricentro di entrambe sia abbondantemente sbilanciato.