Il messaggio evangelico e il carisma di san Francesco di Paola, che ancora oggi si propaga grazie all’Ordine dei Minimi, ha contribuito a generare un rinnovamento ecclesiale e sociale, ma anche culturale.
Nel periodo storico in cui visse, Francesco di Paola agì da vero e proprio riformatore per la civiltà europea e, dopo di lui, la fioritura del suo Ordine continuò a incidere a livello sociale, plasmando la cultura umanistica, che ha come fine ultimo quello di valorizzare la creatività, l’intelligenza e l’ambizione che ha l’uomo di conoscere il mondo.
Il buon Frate, benché fosse scarsamente istruito, non disprezzava affatto la cultura. A questo proposito è Francesco stesso che esprime il suo punto di vista in una lettera datata 25 marzo 1496, indirizzata a Jean Quintin, teologo e penitenziere di Notre-Dame de Paris. Questi si compiaceva della svolta culturale intrapresa da alcuni frati all’interno dell’Ordine e voleva chiedere al Fondatore cosa ne pensasse. Francesco rispose: “Quanto al fatto che vi rallegrate che nella mia Religione ci siano uomini studiosi e sapienti, sappiate che non desidero altro che avere questi tali, purché alla speculazione degli studi sia unito l’ardore dell’affetto e delle buone opere; questo piace sommamente a Dio, perché l’uomo attento alla perfezione di se stesso, per dottrina e buon esempio può essere utile a molti”.
Questa riflessione, breve, ma molto intensa, chiarisce perfettamente l’idea che san Francesco ha avuto della cultura, fondata sull’amore, sulle buone opere e sull’istruzione. Un buon frate, dunque, non è colui che vanta studi elevati, ma colui che è capace di aiutare il prossimo grazie alla sua preparazione e al suo esempio di vita.
La santità di Francesco di Paola, la sua vita integra e umile, sono stati fonte di ispirazione per ogni forma di linguaggio culturale e artistico. La conoscenza della vita e dei valori del Santo, tramandati dall’Ordine dei Minimi, hanno ispirato pittori, scultori e incisori, che sono stati capaci di riprodurre l’esemplarità della scelta di vita rigorosa ed ascetica di Francesco. Artisti del calibro di Rubens, Velasquez, Murillo, Tintoretto, Luca Giordano e Mattia Preti impressero nelle loro tele espressioni molto intense e scene della vita del Santo. L’umiltà e la coerenza di san Francesco di Paola hanno anche trovato posto anche nella letteratura di Victor Hugo o nella musica di Liszt, per citare alcuni degli esempi più noti.
L’incidenza culturale del messaggio evangelico di san Francesco di Paola si avverte ancora di più nell’apporto che alcuni Minimi hanno fornito nel corso dei secoli allo sviluppo dell’arte, della matematica, della fisica e della botanica.
Ad esempio, lo studio e la rappresentazioni delle anamorfosi a Trinità dei Monti da parte dei frati minimi Jean-François Nicéron e Emmanuel Maignan diedero un contributo fondamentale alla geometria. Charles Plumier oltre a essere un frate, era anche un eccellente pittore, matematico, fisico e botanico; a lui si deve la pubblicazione dei primi libri sulla descrizione delle piante in America e la nomenclatura delle nuove essenze scoperte. Minimo era anche Marin Marsenne, teologo e scienziato, che mantenne fitti contatti con i più noti filosofi del XVII secolo.
Fra tutti, quello che maggiormente incarnò e trasmesse l’importanza del connubio tra spiritualità e cultura fu il Beato Nicolas Barré (1621-1686). Il Padre Minimo, oltre a essere un raffinato letterato, filosofo e teologo, fu anche un punto di riferimento nella storia dell’educazione moderna francese e precursore della carità sociale che troverà piena attuazione nell’Ottocento. La sua intuizione fu quella di diffondere l’istruzione anche negli strati più poveri della popolazione, che concretizzò con la fondazione delle Scuole di Carità.
Ancora oggi, i Frati Minimi intendono valorizzare la dimensione religiosa della cultura, tramandando i valori e i contenuti della tradizione cristiana nonché l’eredità spirituale, morale, intellettuale e storica del messaggio di san Francesco di Paola.