scrittaultima

Social Wall

Nuova aula liturgica

primapietrachiesanuovaLA REALIZZAZIONE DELLA CHIESA NUOVA

Il 22 aprile 2000, la veglia pasquale fu celebrata per la prima volta nella nuova aula liturgica, seppure al tempo ancora non del tutto completa.

Il cantiere era stato inaugurato solo due anni prima. Il 22 aprile del 1998, infatti, una delegazione composta da frati e progettisti si era recata a Roma per far benedire la prima pietra da Giovanni Paolo II. Il 2 maggio dello stesso anno quella pietra fu posta a fondamento della nuova chiesa con solenne rito presieduto da mons. Antonio Cantisani, allora presidente della Conferenza Episcopale Calabra.

L'edificio è lungo 100 m. e largo 40. Complessivamente comprende la nuova aula liturgica su due livelli (quella bassa e quella rialzata dell'ampio matroneo) e gli spazi dell'interrato (sala convegni, penitenzieria, cripta e sala esposizioni).

Sebbene la realizzazione della struttura sia avvenuta in breve tempo, l’idea di realizzare una chiesa più capiente risale ai primi del ‘900. Tuttavia, i progetti presentati di volta in volta risultarono molto costosi per la disponibilità dei Padri Minimi e dunque accantonati.

In occasione dei lavori di restauro della vecchia Basilica, iniziati nel 1963, fu costruita una Chiesa provvisoria tra il Convento e il monte, che servì ad individuare l’area ove poi fu edificata la nuova aula liturgica.

Il luogo prescelto, conformato in maniera del tutto particolare, e le esigenze di disporre di una chiesa grande e allo stesso tempo ben integrata nel complesso delle strutture storiche esistenti, rappresentarono delle vere e proprie sfide per la creatività del progettista, l’architetto Sandro Benedetti. Questi, non solo riuscì ad aggirare tutte le difficoltà di esecuzione, ma volle anche che la struttura rispettasse il linguaggio simbolico della spiritualità monastica, caratterizzato dalla terra, dall’acqua e dal fuoco.

La Chiesa, dunque, è volutamente “interrata”, ai piedi del monte, in modo da poter rievocare la scelta eremitica del Fondatore; ha la fisionomia di una nave con le cupole a forma di vele per richiamare alla mente del pellegrino l’attraversamento miracoloso dello stretto di Messina da parte di san Francesco. Il fuoco, che rappresenta Dio, purificatore e potente, che in Francesco si è manifestato attraverso il dono dei miracoli, è rappresentato dall’antica fornace, che rimane all’esterno, ma perfettamente integrata sul fianco della Chiesa nuova.

Analogamente, l’interno della Chiesa è stato ideato per glorificare i maggiori misteri della fede attraverso la simbologia, affidata alla supervisione di mons. Pietro Amato, curator del Museo storico di San Giovanni in Laterano. Il tiburio celebra il mistero della Trinità e l’area presbiterale esalta il mistero pasquale. I materiali, le vetrate e i mosaici sono stati concepiti per richiamare, attraverso la luce frazionata che viene dall’alto, il culto al Cristo, che incarnandosi è divenuto immagine e colore.

 

portaleaulalitIl Portale e la statua marmorea

 Il portale in bronzo colorato è formato da due ante cesellate interamente a mano da Paolo Borghi, noto artista e scultore comstatuaasco. In esso sono raffigurati episodi riguardanti la vita di San Francesco di Paola. Per via degli elementi dominanti, i due battenti del portale sono anche conosciuti rispettivamente come “l’anta dell’acqua” e “l’anta del fuoco”.
Nel mezzo del portale di bronzo è posta la statua marmorea di San Francesco di Paola nell’atteggiamento di accoglienza rivolto ai pellegrini, sovrastato da un putto che regge il motto "CHARITAS".
L'intera opera, scolpita a mano, è stata ricavata dal Borghi da un unico blocco di marmo delle cave di Carrara.

 

L’area presbiterale 

L’area presbiteralaltaree è il fulcro della nuova aula liturgica. L'Altare disegnato da Manuel José Seco-Velasco, sotto la direzione di Susana Inouye, è realizzato in argento cesellato e sbalzato, oro e smalti. La preziosità dei materiali vuole contribuire a esaltare simbolicamente la luce frazionata, che è Cristo stesso, celebrato nel sacrificio della Messa. La finestrella conserva la reliquia del cranio di san Francesco di Paola.capitello
Alle spalle dell’altare si erge l’Astro-Tabernacolo e una colonna che culmina con un capitello raffigurante L’Ultima Cena. È realizzato interamente in marmo in due blocchi ed è stato scolpito a mano da Paolo Borghi. A somiglianza delle raffigurazioni del Tardo Antico e medioevali, nella scultura il Cristo è più alto degli Apostoli, domina la scena e racchiude tra le braccia spalancate il piatto con l'agnello, il pane, il coltello e il calice.
L’area presbiterale è dominata dal mosaico, realizzato dal maestro ungherese Giovanni Hajnal (1913-2010), noto in tutto il mondo come il “maestro delle vetrate e dei mosaici”. È un'opera tripartita che esalta il mistero pasquale. A destra è rappresentata lo Schiodamento dalla Croce: in questa scena compaiono la Vergine, che raccoglie il prezioso sangue del Figlio e che simboleggia la Chiesa e san Francesco di Paola, emblema e respiro della vita caritatevole del Cristo. Al centro è raffigurata la scena delle donne che si recano al sepolcro. A sinistra è illustrata la Discesa agli inferi, grazie alla quale Cristo ha aperto la via alla luce in un’azione redentrice che si estende nella storia anche ai patriarchi e ai profeti.mosaico
Il mosaico è costituito da oltre un milione di tessere da 1cmq ciascuna in 743 gradazioni di colore diverse ed è incorniciato da una epigrafe che sintetizza tempi e realizzazione del progetto: “Aulam Dei ubi regnat Christus Dominus Lux Verbum Caro hoc opus Luminus magnificat novum templum in quo plebs Dei celebrat magnificentiam salutis laetabundi et proni Franciscus Marinelli Pater Corrector Provincialis et comunitas fratrum S. Francisco a Paula Proferunt Anno Iubilari MM Joannes Paulus II P. M. Joseph Fiorini Morosini Pater Corrector Generalis Joannes Hajnal Pinxit et Petrus Amato elaboravit.

 

vetrate

Le vetrate e il tiburio

Non avendo finestre, la chiesa è illuminata attraverso vetrate. Si tratta di una scelta architettonica che ha un grande valore simbolico, perché sottolinea l’importanza della luce che viene dall’alto. L’obiettivo del progettista era quello di creare un ‘faro’ di luce: dalle vetrate, infatti, si irradiano colori vivi su pareti e pavimento. Al centro, vi è il tiburio di forma triangolare, composto da tre vetrate, opera del maestro Giovanni Hajnal, che nell’insieme formano una geometria esplosa. In esse sono raffigurate le tre persone della Santissima Trinità. Ogni vela esalta le opere compiute dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo in favore dell’uomo. L'allungarsi delle figure verso l'alto accresce il senso verticale del tiburio.

 

matroneo

 Il Matroneo

L'ampio matroneo costituito da una struttura sopraelevata è un'ampia e luminosa costruzione ricavata allo scopo di ospitare un maggior numero di fedeli e per mezzo delle ampie gradinate di cui è costituito favorire una più agevole partecipazione alle celebrazioni.

 

 

 

auditoriumL’Auditorium

L'auditorium, realizzato nel piano interrato della Nuova Aula Liturgica. Si tratta di una sala multimediale con oltre 350 posti a sedere e possibilità di traduzione simultanea in diverse lingue, video conferenza ecc.

 

 

 

La nuova sala delle Confessioni

La nuova sala delle confessioni, a forma triangolare, è posta al di sotto dell'area Presbiterale con un forte richiamo catecumenale: si scende per purificarsi e si risale per partecipare all'Eucarestia.